BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


lunedì 22 agosto 2011

CRISI ECONOMICA: CHE FARE?


Giornali, televisioni, radio e internet ormai non parlano d’altro: la crisi economico-finanziaria. Ha fatto capolino, almeno ufficialmente, nel 2008 ed oggi si manifesta in tutta la sua devastante portata.
Quando è iniziata? Cosa sta succedendo? Quando finirà? Quale è la causa?  Domande che non sembrano essere destinate a trovare una risposta. Eppure ogni canale d’informazione è un’orgia di dati, previsioni,(spesso apocalittiche), numeri, opinioni e ricette per uscirne. Tutto il mondo s’interroga, s’arrovella per cercare di ricondurre sui binari il convoglio impazzito. Così, mentre Obama dimostra un cauto ottimismo, ritenendo infondato il rischio di una nuova recessione[1], la Cina fa sapere, attraverso il quotidiano ufficiale del partito comunista, di essere seriamente preoccupata, dato che la crisi dei Paesi occidentali per il debito estero può danneggiare la sua economia (che sarebbe il male minore,una sorta di legge del contrappasso)[2]. Quando si dice “vederci chiaro”!
Gli italiani,(o almeno una parte consistente di essi), nel frattempo che fanno? Trovano un capro espiatorio: se tutti i mercati del mondo sono in crisi, se per giorni perdono 100 e sporadicamente guadagnano 10, la colpa è di Berlusconi e dei suoi Governi. Chiaro, logico e coerente no? Questi, del resto, sono gli intellettualoni di casa nostra: incapaci di distinguere “micro” e “macro”, tra globale e locale, tra economia e finanza, persino tra triangoli scaleni ed isosceli, tra Giolitti e Mussolini, (vero Scalfari?). Loro sì che possono traghettarci fuori dalla tempesta!
Lasciamo da parte l’ironia, (anche se starei per ore a pigliare in giro certa gente!), e facciamoci seri per un momento, dato che la situazione è veramente drammatica e, a mio avviso, riguarda l’intero sistema fin nelle sue viscere. E non credo sia passeggera, visto che le misure proposte dalle istituzioni più importanti rischiano di dissanguare praticamente tutti. In Italia lo sappiamo bene ormai, dato che Berlusconi ha alzato le mani, invitando a guardare oltre confine per cercare la paternità della manovra contenitiva della crisi,ormai alle porte. Siamo sicuri poi che questa crisi sia “patologica” e non “fisiologica”, o meglio voluta, studiata e programmata da qualcuno?  Il dubbio c’è. Anzi, io ne sono certo; ma ora è meglio non dilungarsi in questioni teoriche e badare prima a quelle pratiche.
Quindi cosa fare? Vi dico il mio modesto parere: uscire quanto prima da questo carrozzone in malora. Rischiare. Correre con le proprie gambe. Affrontare la crisi con le nostre sole forze, perché ritengo che le “risorse del nostro Paese sono immense”:  risparmi delle famiglie, debito pubblico ancora nelle nostre mani, un sistema bancario tutto sommato solido, inventiva individuale e grande professionalità in tutti i settori dell’economia. Dobbiamo solo avere il coraggio di osare, di credere nella nostra Italia.
Il primo passo deve necessariamente essere quello di liberarci dai tanti lacchè, da questa manica di inetti che, chiestoci il voto per fingere di portare avanti i nostri interessi, eseguono gli ordini dei grandi usurai mondiali e mondialisti. E sia chiaro che non c’è differenza tra destra e sinistra. Il problema è a monte, non a valle e riguarda direttamente le forme di stato e di governo. Cacciati i “camerieri dei banchieri” , bisognerà necessariamente rimpiazzarli con gente di comprovata onestà ed incorruttibilità, lontani dai partiti e dai poteri forti. Dovranno essere rappresentanti di un solo governo, forte ed accentrato, curatori del mero interesse nazionale, professionisti nei settori rilevanti dell’economia, non politici di professione. Qualcosa del genere è  già stato fatto recentemente in Islanda, dove hanno addirittura mandato al macero una costituzione obsoleta e inadatta, prima ancora di rinnovare l’intera classe politica.
Sostituiti i timonieri, si prenderà poi di petto la questione. Le soluzioni operative sono molteplici:
·         Drastica riduzione delle importazioni per impedire la dispersione della ricchezza e salvaguardare il mercato interno;
·         Dazi sui beni esteri che concorrono selvaggiamente con i prodotti del lavoro interno;
·         Privilegiare la manodopera nazionale, onde evitare il triste fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori extracomunitari, spesso immigrati irregolari che lavorano al di fuori di ogni legalità e, quindi, non versano ciò che dovrebbero all’erario e ai fondi pensionistico-previdenziali;
·         Ridurre drasticamente i dipendenti pubblici, riduzione che deve essere accompagnata da quella degli enti pubblici, (regioni in primis!);
·         Nazionalizzazione delle banche per  scongiurare il pericolo della speculazione e per garantire denaro alle imprese;
·         Nazionalizzazione delle banche per eliminare il cancro del signoraggio bancario, principale causa del debito pubblico, che comporta l’emissione di moneta gravata da interesse;
·         Socializzazione dell'economia e delle imprese per assicurare la proprietà dei fattori produttivi, (e quindi dei redditi che ne conseguono), non al solo capitalista, ma ai lavoratori impiegati nelle imprese ;
·         Corporativismo per superare lo stato latente di lotta di classe, ( sgradito “regalo” dell’antifascismo nostrano di indole comunista), per ridare voce allo Stato nei rapporti tra capitale e lavoro e, quindi, per dare una tutela effettiva e non meramente illusoria o di facciata ai lavoratori.
·         Accertamento delle responsabilità nella crisi, (per quanto concerne il nostro Paese), e sanzioni.
Questa è la strada maestra da seguire. Questo, a mio avviso, l’unico modo per uscire da una crisi che ha quale unico possibile sbocco un impoverimento generale, umano e materiale.
Se non avremo il coraggio di rischiare e la volontà di riprenderci il nostro futuro, semplicemente non avremo più futuro. Non è un gioco di parole e nemmeno una previsione apocalittica: è soltanto ciò che sta accadendo. E’ unicamente ciò che, forse, qualcuno vuole per arrivare ad un unico mercato,ad un’unica banca centrale, ad un solo governo mondiale asservito a quest’ultima. In altre parole, quello che viene ormai definito come “nuovo ordine mondiale”. 
Vogliamo davvero arrivare a tanto?Vogliamo permettere che tutto ciò diventi realtà?
Spero di no, quindi... DIAMOCI DA FARE!

Roberto Marzola.

2 commenti:

  1. Convincere milioni di capre...che realmente la situazione è critica e di spingere per soluzioni quali il corporativismo e la socializzazione delle imprese...e la nazionalizzazione delle banche, è la parte difficile di soluzioni già sperimentate e di sicuro successo!...Matteo

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  2. Già! ci sono troppe Capre da istruire e convincere...
    senza contare che "quei signori" dispongono di un tale potere da riuscire a scatenare guerre per mantenerlo...
    Riccardo

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