BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


domenica 7 agosto 2011

PAOLA CONCIA: UN MATRIMONIO DA SPOT POLITICO

E' proprio vero: ormai non esiste più la vergogna. Prima si parla di rispetto e dignità; ci si riempie la bocca di questo o quel diritto o di "altissimi ideali". Si  farebbe di tutto pur di elevare il rango sociale di determinate categorie di persone,( ma se il punto di partenza è: "sono uguali a noi", allora mi chiedo cosa ci sia da elevare!), al fine di difenderle. Poi però...

Eh sì, c'è un "però". Un grosso "però", che si palesa in tutta la sua pregnanza nel momento in cui, come al solito, arriva il momento di passare dalle parole ai fatti. E cosa si vede, allora?

Una deputata del P.D. che va a sposarsi in Germania. Uno si aspetterebbe una cerimonia sfarzosa sì, (visti gli introiti di cui beneficiano i parlamentari italiani), ma tutto sommato normale. E, invece, è accaduto tutto l'opposto: un bel servizio confezionato ad arte su "Vanity Fair": un mix ripugnante di ostentazione, pettegolezzo da parrucchiera e logica capitalista, cioè quella del "vendere, vendere, vendere!". A questo cedono i signori descritti nelle prime righe. Per la serie: predicare bene e razzolare male. Io direi, piuttosto, che questi signori predicano male e razzolano peggio.

La nota, poi, diviene ancor più stonata quando si  osserva il solito vespaio di polemiche innescato da quel servizio. Così il presidente di Gaynet, Grillini, definisce quasi triste il fatto che le coppie omosessuali italiane debbano andare all'estero per convolare a nozze; Giovanardi, pur di non cedere alla provocazione, si trincera dietro alla Costituzione e alla definizione di famiglia che in essa è contenuta; "Avvenire", infine, va giù duro e critica la scelta "mediatica e commerciale" della Concia.

Di fronte a tutto questo mi viene da dire una cosa: ma uno spaghettino allo scoglio, magari seguito da arrosto e frittura di pesce, dolce,spumante, frutta, caffè e ammazzacaffè con amici e parenti, era troppo poco per la signora Concia? Non poteva avere delle nozze normali, tradizionali, come tutte le altre coppie sulla faccia della terra? C'era bisogno del servizio fotografico, come se si trattasse di una sciacquetta di Hollywood?

Evidentemente no. Tutto questo era troppo poco. E' proprio qui, allora, che viene il sospetto: siccome la signora Concia non è sicuramente stupida, (o almeno spero), dico che sapeva bene quali sarebbero state le conseguenze di tanta visibilità. Non ha fatto niente per evitarle, per togliersi dalla vetrina mediatica. Tanto lo stratagemma è sempre quello: "bene o male purché se ne parli". Del resto, persino due semplici righe o qualche scatto possono rappresentare una manna per i sostenitori della causa omosessuale.
Allora dico una cosa sola alla signora Concia: sia semplicemente responsabile delle proprie scelte e dei propri gesti. Si dimostri aperta alle critiche e al confronto, (anche duro), con chi la pensa diversamente da lei. Eviti, se possibile, certe sceneggiate e provocazioni così puerili. Perché se accettare di spiattellare le foto del proprio matrimonio su un rotocalco modaiolo è già piuttosto ridicolo, lamentarsi perché quegli scatti rischiano di compromettere il viaggio di nozze, sarebbe ancor più ridicolo. Non vorrei che pure il senso del ridicolo non conoscesse fine come quello della vergogna.

Roberto Marzola.

Nessun commento:

Posta un commento