BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


mercoledì 30 novembre 2011

CHE NE SARA' DI QUESTA ITALIA?

Scrivo queste poche righe per fare un po' il punto della situazione, quale risulta dai post precedenti.

Siamo un Paese a sovranità limitata, (per non dire inesistente), per stessa ammissione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del nuovo Premier Mario Monti. Costoro ci sono venuti a dire che è un bene che l'Italia abbia ceduto ampie fette di sovranità interna per allocarle a livello europeo. Domanda, anzi domande: ma la situazione attuale da cosa è originata? Non è forse la crisi dell'Unione Europea e dell'Euro in cui siamo stati costretti ad entrare? Siamo sicuri, poi, che sia l'Italia ad avere bisogno dell'Europa e non l'Europa ad aver bisogno dell'Italia e dei suoi consistenti capitali?

Il debito pubblico poi ci strozza. A dire il vero iugula quasi tutti i Paesi del mondo, (a cominciare dagli USA, ove ammonta a 14.194,76 miliardi di dollari), ma da noi è diventato molto più che una ragione di Stato. Dobbiamo diminuirlo per salvare la faccia davanti al continente e al globo interi, come se fosse un problema soltanto nostro. Ma vi siete mai chiesti che cosa sia il "debito pubblico", da cosa sia generato, perché continui a crescere e per quale motivo vi sia questo interesse morboso attorno ad esso? Informatevi sugli studi del Prof. Giacinto Auriti e dei suoi discepoli. Scoprirete che, grazie a questo truffaldino sistema, non siamo più neanche proprietari di ciò che produciamo come Paese, (dato che non siamo proprietari della moneta, strumento di misura dei beni e sevizi scambiati sul mercato), e che, ormai, abbiamo accumulato più debito di quanto riusciamo a produrre. Sconvolgente vero?

Gli italiani, intanto, hanno sempre meno lavoro e meno soldi. Dal sito della Borsa Italiana  risulta che ad ottobre 2011 la disoccupazione ha toccato i massimi storici da maggio 2010, attestandosi all'8,5 % , con un aumento dello 0,2 %. Idem per la disoccupazione giovanile. Dalle parti del nuovo ma non eletto Governo fanno sapere che, per fronteggiare la crisi, il lavoro dovrà diventare sempre più flessibile. Significa una cosa soltanto: licenziamenti più facili e addio posto fisso. Per rendersene conto, del resto, basta guardare alla nuova epopea targata FIAT.

Come se non bastasse poi, quelli di "Finanza Utile" fanno scattare un altro campanello d'allarme: negli ultimi 10 anni ogni lavoratore ha perso 5.453 euro di potere d'acquisto del suo stipendio. Sono questi i vantaggi della moneta unica? E' questo il benessere del libero mercato?

Mi fermo qui, anche perché sono stato assalito da un attimo di scoramento. Una cosa soltanto vorrei ancora chiedermi e chiedervi: di fronte a tutto questo, LA POLITICA E I SINDACATI CHE FANNO? Purtroppo, è una domanda retorica e la risposta è facile, scontata ed immediata: NON FANNO ASSOLUTAMENTE NULLA. La prima, è tutta occupata a tessere le trame per il dopo-Monti, perché non sia mai che qualcuno resti fuori dal Parlamento; gli altri, semplicemente, continuano a seguire le vie tracciate dall'ideologia, a discapito dei lavoratori.

Il quadro, signori miei, ha tinte fosche, anzi foschissime. Il Paese va letteralmente in frantumi e, al di là del solito chiacchiericcio e dei timori di circostanza, sembra non importare a nessuno. Sicuramente mi chiederete quali possano essere le soluzioni. Bene, vi dico che ce ne sarebbe più di una. Basterebbe, ad esempio, avere una classe politica degna di tal nome, posta al servizio del popolo e non asservita ai poteri forti, che faccia gli interessi del popolo e della Nazione, restituendo a questi sovranità politica e monetaria, un'economia reale, opportunità di lavoro, crescita e sviluppo. Una soluzione tutto sommato facile da ideare, sebbene non priva di rischi. Il problema è uno solo: in Italia abbiamo Bersani, Di Pietro, Vendola, Casini, Rutelli, Fini, Alfano, Napolitano e compagnia. Con questi qui cosa volete che cambi? Povera Italia!

Roberto Marzola.

lunedì 28 novembre 2011

"LIBERTA' DEMOCRATICHE" : PAROLE E SOLO PAROLE

Scritte infami imbrattano Cripta Mussolini. L'antifascismo non risparmia neanche il sonno dei morti.










Di quante belle parole è piena la "nostra" costituzione: "libertà", "diritti" , "tutela", "sviluppo dell'individuo", "difesa della persona umana" ... Sfogliandone le prime pagine leggiamo: " I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi [...]"; "I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale [...]"; "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione [...]".  Ah, come mi sento tutelato! Che poesia che c'è in queste parole, tanto da far apparire il pluricitato Voltaire un pivellino ignorante.
Passata l'estasi per la bellezza del componimento, tuttavia, mi vengono giusto due domande: queste parole hanno riscontro nella realtà o sono inchiostro su carta? Sono per tutti o solo per qualcuno?
Trattasi di quesiti che mi sono posto più volte e a cui ho più volte risposto; ma che mi tocca riproporre per gli episodi verificatesi in questi ultimi tempi. Protagonisti di queste vicende sono un partito, (Forza Nuova), e un'associazione di promozione sociale, (Casa Pound Italia), accomunate da una sorte comune: quella di far parte, agli occhi dell'opinione pubblica, dell'universo della cd. "estrema destra". Tanto basta ad entrambi per essere vittime dello spiacevole fenomeno di vedersi negate sale, piazze e, più in generale, spazi aggregativi da eleggere a teatro per manifestazioni politico-culturali. Roba da regime stalinista! Da quanto mi risulta, a Forza Nuova questa sorte è toccata a Bologna e a Milano; a Casa Pound nella stessa Bologna, a Napoli, Milano e Bari. La motivazione è sempre la stessa: sono partiti/associazioni contrari alla Costituzione. E' questo il leitmotiv che accompagna le decisioni dei sindaci delle città citate.
Ma sarà poi vero? La risposta, come al solito, è semplice: NO CHE NON E' VERO! Queste associazioni, pur richiamandosi in maniera più o meno diretta al Fascismo mussoliniano, non violano alcuna legge dello Stato italiano. La legge penale e la XII disposizione transitoria vietano solo la ricostituzione del "disciolto partito fascista", inteso quale P.N.F.; non proibiscono in alcun modo di dare vita ad un partito di ispirazione neofascista, quandanche proponesse differenti forme di stato e di governo. Famoso in tal senso è il caso di Giorgio Pisanò e del suo "Fascismo e Libertà", partito regolarmente ammesso alle elezioni. Tengo ancora a precisare che questa non è l'interpretazione di un leguleio squinternato quale potrei risultare agli occhi di qualcuno, ma è quanto risulta da due decisioni della Corte Costituzionale (SS n.1/1957 e n. 74/1958).
Questo è quanto dice la legge italiana; il resto sono solo chiacchiere. Aggiungo: chiacchiere dettate dall'ideologia, dal pregiudizio, dalla "fascistofobia" e dall'antifascismo militante, cieco, furioso e spesso violento dei soliti noti. Un antifascismo che si riempie la bocca di valori, (democratici e politically correct, come il "rispetto della persona umana", "libertà di opione,parola e stampa", "pluralismo" ecc.), che poi si impegna a soffocare sistematicamente in simili occasioni, dando luogo alle consuete contromanifestazioni, tanto violente e provocatorie quanto ottuse. Il tutto con la complicità delle istituzioni che dovrebbero tutelare proprio quei valori.
Insomma, episodi come quelli ricordati in questo articolo dimostrano la distanza siderale che esiste tra quelle prescrizioni e la realtà dei fatti. Kelsen parlava di "sein" e "sollen", (essere e dover essere);io, più modestamente, di ipocrisia, mendacità, cecità e ignoranza. Queste, purtroppo, sono le basi su cui si erige l'odierno sistema democratico costituzionale in cui tutti siamo immersi, quel sistema per cui dicono di "aver combattuto", in cui la discriminazione,l'oppressione e la schiavitù dell'ideologia regnano sovrane, malgrado tutti i diritti e le tutele costituzionali ricordati ad inizio articolo . Dico solo una cosa: restituiteci la nostra libertà e tenetevi questa carta straccia, che nulla dà all'uomo. Speriamo almeno che sia reciclabile, altrimenti sarebbe l'ennesima farsa e l'ennesimo spreco all'italiana.

Roberto Marzola.

sabato 26 novembre 2011

CITTADINANZA: MICA UNA BARZELLETTA!

Lo dico subito: quanto sto per scrivere mi renderà impopolare molto più di tanti altri miei scritti. Ancora una volta, infatti, la mia coscienza mi impone di dover andare contro l'idea dominante e stavolta persino bipartisan. Destino beffardo!
Così, se mi chiedete, (come qualcuno ha già fatto), se Napolitano ha ragione, mi vedo costretto a rispondervi con un secco NO, se non altro perché stiamo parlando di cose serie. Mi dispiace, ma chi nasce in Italia non è e non può essere italiano a prescindere.Sarebbe questa, a mio modesto parere, la vera assurdità.
In questi ultimi giorni in tantissimi si sono scagliati contro il sistema di riconoscimento della cittadinanza basato sullo ius sanguinis. Si obietta che essere italiani non può essere un fatto di sangue, anche se così è stato da decenni a questa parte e sebbene sia così anche in quasi tutti gli altri Paesi d'Europa e del mondo; ma se non può essere un discorso di sangue, men che meno può essere la conseguenza di una nascita, magari casuale, su una certa porzione di suolo piuttosto che su un'altra. Peggio ancora, non può essere una questione di comodità, magari per accedere al wellfare di un Paese piuttosto che di un altro.
In un mondo dove tutto gira in fretta, comprese le persone, il diritto di cittadinanza, (ossia la facoltà di far parte di un determinato Stato e di godere dei diritti civili,sociali e politici ivi riconosciuti), deve essere legato a parametri ben più solidi e concreti. Serve un qualcosa in più al mero ius soli: magari la permanenza per un dato periodo entro i confini dello Stato, la frequentazione delle scuole d'istruzione primaria e così via.
Anche perché, a ben guardare, essere italiani più che un diritto, dovrebbe essere un privilegio e una responsabilità. Significa, infatti, essere figli e custodi di una cultura e di una tradizione millenarie, che devono essere insegnate laddove non assorbite spontaneamente. Significa anche sentire il desiderio, la passione e la necessità di essere parte di una comunità, di una NAZIONE che, purtroppo, ancora stenta a nascere, anche a a causa di idee perverse e malsane come queste.
Spesso e volentieri siamo proprio noi italiani di vecchia generazione a non essere all'altezza di tutto ciò e a non sentire quel richiamo, distratti come siamo dai piaceri del vivere capitalista; mi spiegate, con tutto il rispetto parlando, come possa esserne all'altezza un tale originario dell'Africa Nera, delle remote steppe dell'Asia o delle alture del Sud America? Cosa ha in comune con l'Italia quest'uomo, anzi questo bambino nato in Italia ed in procinto di essere uomo? Verrà educato da italiano questo bambino o, come sarebbe normale e comprensibile, la sua famiglia lo crescerà secondo usi e costumi della terra d'origine? Vorrà essere lui stesso essere italiano? Perché, poi, deve essere italiano a tutti i costi quando, magari, domani si troverà in Francia, in Cina o in Brasile e l'Italia sarà solo un ricordo? Dobbiamo ancora tollerare il fenomeno della doppia,tripla,quadrupla nazionalità per scopi utilitaristici? Quando è che potremo iniziare a parlare seriamente di nazionalità nel senso pieno del termine?
Semplicemente non riesco a rispondere a tutto ciò e, francamente, temo che nessuno possa dare risposte razionali a queste domande senza sconfinare nell'ideologia. Per cui mi sento di dire che, per una volta tanto in cui non si avverte la necessità di cambiamento e le cose vanno bene così come stanno, forse non è proprio il caso di perdersi in simili questioni. Focalizziamoci su altro: lotta all'immigrazione clandestina, censimento, regolarizzazione e/o espulsione degli extracomunitari già presenti in Italia, verifica e miglioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro, accertamenti su eventuali rapporti con la criminalità organizzata e così via. Questi, se non altro, sono problemi reali, riscontrabili nella vita di ogni giorno; il resto, invece, rimane sospeso tra le nuvolette dell'ideologia o dell'ortodossia cattolica. Direi che la scelta tra l'occuparsi dell'impellente e dell'inesistente dovrebbe essere scontata; ma è pur vero che siamo in Italia e non si può mai sapere. In tempi di deriva economica, noi italiani siamo capaci di metterci a discutere del sesso degli angeli. Sempre i soliti. Che noia, che barba, che noia!

Roberto Marzola.

giovedì 24 novembre 2011

DISASTRI OVUNQUE E NAPOLITANO PENSA ALLA CITTADINANZA ITALIANA PER GLI EXTRACOMUNITARI

Basta prendere un giornale, accendere la TV o andare su un qualsiasi sito d'informazione per rendersi conto che lo scenario è di quelli apocalittici: il Meridione che annega sotto fango e acqua, l'economia italiana che impazza, (almeno così dicono), la crisi che lambisce pure i galletti francesi e gli spacconi tedeschi, una nuova ondata di violenza in Egitto e il crescente trambusto in Siria. E di fronte a tutto questo cosa fa il Presidente della Repubblica italiana? Fa come quei bambini o, se preferite, quei giocatori incalliti che, ubriacati da una vittoria personale, (leggasi governo Monti), ne vogliono un'altra, e poi un'altra e un'altra ancora. Gioco al rialzo costante. Così, piuttosto che preoccuparsi di risolvere almeno uno dei problemi interni o lasciare che si parli di almeno uno di quelli internazionali, Giorgio Napolitano si concede una grossa sparata: “E’ una assurdità e una follia che dei bambini nati in Italia non diventino italiani. Non viene riconosciuto loro un diritto fondamentale”. Non è certo una novità e non dovrebbe sorprendere il tenore di una tale affermazione, giacché conosciamo benissimo l'indole comunista e anti-italiana di questo signore, da sempre simpatizzante per l'URSS dura e pura; tuttavia, meraviglia la sfacciataggine con cui si accende il dibattito su certi temi in un momento così delicato. A pensarci bene, forse, è un vizio di tutta la sinistra italiana. Un po' come quando è andata al governo l'ultima volta per salvare l'Italia da Berlusconi, portando in Parlamento la questione dei PACS e dei DICO, anziché quella del legittimo impedimento o del conflitto d'interesse, salvo poi lamentare una carenza di leggi in tal senso.
A parte questo, comunque, Napolitano dovrebbe spiegarci come mai un governo, imposto agli italiani con la scusa dell'emergenza e della crisi economica, debba occuparsi di questioni squisitamente etiche. Anche perché, a ben vedere, in questo campo non c'è proprio alcuna necessità impellente, dato che la fattispecie è già ampiamente regolata dalla legge 91/1992, che recita: "Lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, diviene cittadino se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta età”. Vi sono poi altre norme di dettaglio che danno il quadro di una normativa piuttosto chiara e curata (potete constatare di persona qui ). Semmai, quindi, il problema è come tutelare gli italiani nati in Italia, ormai privati di tutto dalla politica liberale e progressista.
Alla luce di tutto questo, mi sento soltanto di dire una cosa al Presidente della Repubblica: farebbe bene a lasciar  cadere la maschera e a lasciar svanire le sue nostalgie internazionaliste e i suoi sentimenti anti-patriottici, per dire finalmente la verità. E, cioè, che il suo è solo un tentativo di ritagliarsi un ulteriore spazio personale sulla scena politica. Insomma, dopo aver imposto un governo senza elezioni, ora Napolitano vorrebbe modificare la Costituzione, inserendo il presidenzialismo. Il tutto senza mai interpellare gli italiani. E questo dovrebbe essere il tutore della democrazia in Italia? Ma per favore! E' solo un vecchio comunista, (uno dei tanti), e questi sono i risultati.


Roberto Marzola



lunedì 21 novembre 2011

DA POUND A MONTI: LA "METAMORFOSI DI FINI"

La poltrona e l'ambizione personale sono davvero gran brutte bestie. Stravolgono gli uomini e le menti, ammazzano idee ed ideali e segnano intere stagioni politiche.
                 E' il caso di Gianfranco Fini.
Premetto che non vorrei mai scrivere a proposito di questo signore, verso il quale ho smesso da tempo di provare qualsiasi forma di stima, (sebbene negli anni della prima gioventù ne abbia nutrita, in assoluta buona fede, parecchia nei suoi confronti), ma me lo impongono ragioni di cronaca e di completezza nell'analisi del momento presente.

Per tutto l'anno scorso, il Presidente della Camera ha citato in maniera ossessiva Ezra Pound, o meglio la sua celebre frase "se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui", forse per cercare di legittimare le sue recenti scelte politiche, ovvero per far credere che queste fossero il frutto di una scelta ideale e non di un becero conto politico. Non so chi sia riuscito ad abbindolare, (uso questo termine, dato che ho già ceduto alla scurrilità nel post precedente), con questo trucchetto da due soldi; fatto sta che, oggi, il suo operato ci impone un ragionamento: o il sig. Fini non ha mai saputo chi fosse e cosa proponesse Ezra Weston Loomis Pound, oppure deve aver gettato nel tritarifiuti anche l'autore dei "Cantos". Nel primo caso sarebbe l'ennesima dimostrazione che il parente di Tulliani non ha mai capito un proverbiale fico secco del mondo che era chiamato a rappresentare, (la frase citata, magari, è solo uno sbiadito ricordo di qualche vecchio manifesto missino); nel secondo, invece, una ulteriore pugnalata verso quello stesso universo di idee ed aspirazioni.
Perché dico tutto questo? Semplice: mi spinge a queste considerazioni l'ampio sostegno espresso da Fini e compagni, (ops, m'è scappata!), all'attuale governo Monti, ossia al governo dei banchieri e dei massoni travestiti da "tecnici".  Un' apertura che si può apprezzare appieno dal pensiero dell'ex leader di AN, il quale, in sostanza, elegge il neo-premier made in Goldman Sachs a salvatore della Patria: " se fallisce, fallisce l'Italia intera" (*). Addirittura? Oppure si possono considerare le parole di Italo Bocchino, che vedrebbe bene una candidatura di Monti anche in caso di elezioni come timoniere del Terzo Polo e del PD (*);  un'ammucchiata selvaggia per prevenire il rischio di possibili "punizioni elettorali" causate dai continui trasformismi. Infine, volendo, si possono andare a leggere il commento di Francesco De Palo su "il Futurista"(*) o le parole pronunciate da Della Vedova in occasione della fiducia al governo Monti (*).
Si evince che per i finiani serve "coesione nazionale" ; domando: per cosa, per favorire l'operato degli uomini dell'alta finanza e le sue trame? Addirittura, poi, si legge che "l'Italia oggi è un problema per l'Europa", quando è sin troppo chiaro che, semmai, è l'Europa ad essere un problema per l'Italia, non viceversa. Lo dovrebbero sapere pure i sassi!
Alla luce di tutto questo, mi domando: come si può citare Ezra Pound, ossia uno dei più grandi intellettuali del secolo passato, celeberrimo per la sua polemica con l'usura, le banche e la finanza internazionale, e poi sostenere un governo espressione proprio dell'usura, delle banche e della finanza internazionale? Perché quelli di Futuro e Libertà, che queste cose dovrebbero saperle bene, non occupano le strade e le piazze e non salgono sui tetti degli edifici, come fecero ai tempi della riforma Gelmini, contro lo strapotere del capitale finanziario e bancario?
La risposta è semplice: evidentemente, i nemici giurati di un tempo hanno smesso di essere tali; anzi, sono diventati veri e propri alleati, specialmente perché mandano un governo tecnico che allunga i tempi in vista del prossimo appuntamento elettorale che, ora come ora, potrebbe risultare mortifero per il Terzo Polo.Una vera manna dal cielo!

Non che tutto questo, onestamente, mi meravigli. Non per supponenza o perché giochi a fare il Vate Tiresia;  semplicemente perché l'avevo già detto: destra e sinistra sono estinte, messe a morte dalla tirannide del denaro. Resta solo un'accozzaglia di camerieri, divisi dalle liste elettorali, ma uniti da interessi e ambizioni personali.
Spero solo che tale scritto possa dare un'ulteriore dimostrazione di questa triste realtà presente, segnata dalla sudditanza delle forze di destra e di sinistra ai poteri forti, di cui Mario Monti e il suo esecutivo sono l'emblema. Mi auguro, inoltre, che possa spingere alla constatazione che non è prestando fede a questa politica e a questi signori che la situazione migliorerà; urge un movimento dal basso, ossia un attivismo da parte di ogni singolo cittadino, (magari al fianco delle tante associazioni  e forze a-partitiche già esistenti sul campo), che vada proprio a demolire questo teatro di schifezze. Perché , sebbene qualcuno cerchi di farci credere che i tempi sono cambiati, certe idee non sono morte, anzi sono vive oggi più che mai. E l'obbiettivo primario resta sempre uno: spaccare il sistema. Loro l'hanno dimenticato; noi, per favore, vediamo di tenerlo sempre bene a mente.

Roberto Marzola.
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De Ezra Pound a Mario Monti: la metamorfosis de Fini


el sillón y la ambición ersonal son de verdad unas grandes bestias. Transtornan los hombres y las mentes , matan ideas e ideales y marcan enteras temporadas políticas. Es el caso de Gianfranco Fini. Declaro previamente que nunca querría escribir sobre hombre, hacia el cual he cesado de probar qualquiera forma de estimación hace mucho tiempo (aunque, en los primeros años de mi juventud, le hubiera respectado mucho, en absoluta buena fe), pero estoy constreñido por razones de crónaca y de objetividad en la analisis del momento actual. Por todo el año pasado el Presidente de la Cámara ha citado de manera obsesiva Ezra Pound, o más, su famosa frase “sí un hombre no está dispuesto a luchar por sus idéas, o no tienen valor sus ideas o no tiene valor él”, tal vez para legitimar sus nuevas elecciones o para hacer creer que estas fueran los frutos de una elección ideal y no de un grosero interés políco.No sé a quién había logrado a convencer con este escaso engaño; eso nos dice que, según su conducta, tenemos que hacer un razonamiento: o el señor Fini nunca ha sabido quién fuera y que propusiera Ezra Weston Loomis Pound, o ha azotado en el basurero también el autor de los “Cantos”. En el primer caso sería la enésima demostración que el pariente de Tulliani nunca ha entendido nada del mundo que había sido llamado a rapresentar (la frase citada probablemente es sólo un descolorido recuerdo de qualquier viejo manifiesto del Movimiento Social Italiano); en el segundo caso, en vez, otra puñalada hacia aquel mismo universo de ideas y aspiraciones. ¿Porqué digo todo esto? Es muy simple: lo que me empuje a traer estas conclusiones es el gran apoyo expresado por Fini y sus compañeros (¡ops! Se me ha escapado!), al actual gobierno Monti, o sea el gobierno de banqueros y masones travestidos de ‘técnicos’. Una apertura que se puede apreciar plenamente del pensamiento del ex-líder de Alleanza Nazionale, cuál, en pocas palabras, elige el nuevo premier made in Goldman Sachs y salvador de la patria: “si fracasa él [Monti],fracasa la Italia entera”. ¡Joder! Se pueden tomar en consideración las palabras de Italo Bocchino, que vería muy bien una candidadura de Monti también en caso de elecciones como timoner del tercer polo o del Partido Democrático; una selvaje alianza política para prevenir el riesgo de posibles “castigos electorales”, causadas por los continuos tranformismos. En fin, si se quiere, se podría leer el comentario de Francesco De Palo sobre “Il Futurista” o las palabras pronunciadas por Della Vedova en ocasión del apoyo al gobierno Monti. Se deduce que por los adictos de Fini necesitaría una “cohesión nacional”; ¿por qué? Para favorecer las acciones y las tramas de los hombres de la alta financia? Después se lee que “Italia, hoy, es un problema por Europa”, mientras es demasiado claro que en vez Europa es un problema por Italia, y no lo contrario. ¡Tendrían qué saberlo también las piedras! A pesar de todo eso me pregunto: ¿Cómo es posible citar a Ezra Pound, o sea uno de los más grandes intelectuales del siglo pasado, muy apreciado por su polémica contra la usura, los bancos y la financia internacional? Porqué los de Futuro e Libertà, que tendrían que saber muy bien estos asuntos, no ocupan las calles y las plazas y no suben sobre los techos de los edificios, como hicieron durante el periodo de la reforma Gelmini, contra los excesos de banqueros y financieros? La respuesta es muy simple: seguramente, los viejos enemigos jurados han cesado de ser tales; por contra, han divenido sus propios aliados, especialmente porqué eligen un gobierno técnico che enlarga los tiempos en vista del próvimo acontecimiento electoral, que ahora mismo, podría resultar fatal por el tercer polo. ¡Una verdadera desgracia! Todo esto no me maravilla. Ní tampoco por suponencia o porqué juega haciendo el Vate Tiresia: simplemente porque ya lo había dicho: izquierda y derecha se han extinto, matadas por la tirania del dinero. Queda sólo un montón de camareros, divididos por las listas electorales per unidos por los intereses y las ambiciones personales. Espero sólo que tal escrito demostre la triste realidad (política) de hoy, signada por la sujeción de las fuerzas de derecha e izquierda a los poderes fuertes, cuales Mario Monti y su esecutivo son el emblema. Deseo, además, que pueda empujar a la constatación que, dando fe a esta política y a estos señores, la situación no mejorará; necesita un movimiento desde abajo, o sea un activismo de cada ciudadano (ojalá juntos a las muchas asociaciones y fuerzas políticas que ya existen)che vaya a destruír este malo teatro. Aunque alguien nos haga creer que los tiempos han cambiado, las ideas no se han muerto, y por contra, viven todavia más. El objetivo principal siemre es el mismo: quebrar el sistema. Ellos se han olvidado, nosotros, por favor, tenémolo grabado en la mente.

venerdì 18 novembre 2011

MONTI: COME VI FOTTO!

"Dico al Parlamento come ho detto ai ministri di questo governo, che non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore":  potrebbe essere il sunto del discorso di Mario Monti. C'è qualche analogia tra l'autore, (Churchill), e il nuovo Premier. In particolare, come sir Winston Churchill doveva difendere l'impero di Sua Maestà dalle mire espansionistiche di Adolf Hitler, il nuovo professore si trova a curare gli interessi dell'impero di cui fa parte: Goldman Sachs. Non continuo su questa strada, dato che il nuovo Premier si è già detto "infastidito" delle voci che sottolineano i suoi legami con i poteri che contano. Poverino! Allora, ve ne dico un'altra. Del celebre Primo Ministro inglese degli anni '40, Monti sembra condividere anche lo stile, così dannatamente "british": sempre impeccabile ed impettito, mai una parola sopra le righe o un sorriso. Il trionfo di quel grigiore formale che, francamente, mi sta anche un po' sulle...scatole. Si può dire questo o dà noia?


Intanto, però, l'on. Monti, tra un mugugno e una fiducia, ha iniziato a scoprire le carte in tavola, annunciando misure sgradevoli: tornerà l'ICI, (è una "anomalia italiana" ed è "troppo bassa"), verrà istituita la patrimoniale, salteranno le pensioni, i posti  di lavoro saranno sempre meno e meno sicuri e, in compenso, i licenziamenti assai più facili. A tutto ciò si unisca un altro aumento dell'IVA, (attesa verso il 23%), e un ritocco verso l'alto delle accise sulla benzina. Verrà reso, inoltre, quasi obbligatorio il pagamento di beni e servizi con carta di credito e bancomat: formalmente una misura di lotta all'evasione; in pratica, un grosso favore alle sue amiche banche, (mi scusi, Professore, ma mi è proprio scappata!).


Mica male come stangata! In tempi di crisi poi, dove il prelievo fiscale andrebbe tenuto al livello più basso possibile per permettere all'economia di girare comunque. Con certe premesse, non so come si possa parlare di "riduzione della pressione fiscale" , "crescita" e "sviluppo". Non sono un "professore", ma a me pare che ci siano tutti i presupposti per un ingessamento dell'economia: con sempre meno soldi nelle tasche, (da restituire alle banche!), come possono esserci investimenti, consumi e, più generale, scambio di beni e servizi? Mistero della fede. Forse, in maniera molte più semplice, si tratta del classico miele spalmanto sull'orlo della tazza che contiene l'amaro filtro; in altre parole, la proverbiale abilità dell'indorare la pillola. Evidemente il Professore, che dice fieramente di "non essere un politico di professione", l'ha imparata bene l'arte della politica ed ha già trovato il modo di silurare i sederi degli italiani senza destare troppo scalpore, (permettetemi questa immagine ma, come si suol dire, "quanno ce vò...ce vò! "). 


Ed è pure molto bravo dato che ieri, al solo parlare di aumento dell'IVA e di innalzamento dell'età pensionabile, gli italiani salivano sulle barricate; oggi, stregati dal savoir-faire del banchiere di professione, (chiedo nuovamente scusa, ma è più forte di me!), convinti e rassegnati che ora proprio non vi sia altro rimedio, porgono il deretano in attesa di ricevere la vergata quotidiana. Potere della suggestione. 


Davanti a tutto questo, solo una speranza mi resta: che qualcuno, prima o poi, riesca a spiegare alla gente di che razza di complotto e di che schifosa truffa siamo tutti vittime, a cominciare dall'Euro, dalla speculazione e dal debito pubblico. Allora sì che ci sarebbe da ridere; allora sì che Monti e compagni, (anche questo non è un termine usato a caso!), avrebbero quel che si meritano: di finire con il culo per aria come tutti gli italiani.


Roberto Marzola.
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MONTI: ¡Cómo os lio!


Digo al Parlamento así como he dicho a los membro de este gobierno, que nada tengo que ofrecer excepto lagrimas, sangre y sudor”, podría ser el resumen del discurso de Mario Monti. Hay algunas analogís entre el autor (Churchill) y el nuevo Premier. En particular como Sir Winston Churchill tenía que defender el imperio (capitalista) de Su Maestad de los objetivos de expansión de Adolph Hitler, ahora el profesor Winston Churchill tiene que curar los interéses de su imperio: Goldman Sachs. No sigo hablando de este asunto ya que el nuevo Premier ya se ha dicho “molestado” de las voces que subrayan sus enlaces con los poderes que contan. ¡Qué pobre! Pues, os voy a contar otra. Del famoso Primer Ministro de los años ’40, Monti parece que compartir también el estilo, así dañadamente inglés: siempre impecable y erguido, nunca una palabra exagerada, ní tampoco una sonrisa. El triunfo de aquella monotonía, que, sinceramente me está sobre las ... pelotas! ¿Se puede decir esto o os molesta? Pero, por el momento el honorable Monti, entre un urogallo y una confianza, ha empezado a descubrir las cartas en la mesa, anunciando medidas desgradables: volverá la ICI (Impuesto Comunal sobre las propriedades), en una “anomalía italiana y es demasiado baja”, será instituida la tasa patrimonial, desapareceran las pensiones, los empleos seràn siempre menos seguros, pero, por contra, los despidos serán mucho más faciles. A todo eso se unte otro incremento de la IVA (Impuesto sobre el valor añadido), prevista hacia al 23% y otra modificación sobre los impuestos especiales de la gasolina. Serà declarado, además, casi obligatorio el pago de bienes y servicios con tarjetas de crédito o bancomat: expresamente una forma de lucha contra la evasión; en verdad un gran favor que hace a los bancos (¡Perdone profesór, se me ha escapado!). ¡No es mala como paliza! En tiempos de crisis además, donde la saca fiscal tendría que estar al nivel más bajo posible para permetir el correcto desarollo de la economía. Con estas premisas, no sé como se pueda hablar de “presión fiscal”, “crecimiento” y “desarollo”. No soy un profesor pero me parece che hayan las hipótesis de un bloque de la economía: tenendo siempre menos donero en el bolsillo (¡porqué tenemos que reembolsarlos a los bancos!) ¿cómo podrán existir inversiones, consumos y, más generalmente, cambios de bienes o servicios? Misterio de la fe. Tal vez, de manera más sencilla se trata del clásico mel expandido sobre el borde de la taza che contiene el amargo filtro; de otras palabras, la conocida abilidad de dorar la píldora. Al parecer, el profesor, che dice orgullosamente de no ser “de no ser un político de profesión”, ha bien aprendido la arte de la política y ya ha buscado la manera de torpedear los traseros de los italianos sin despertar demasiado ruido. Y es también un buen actor porqué, hace mucho tiempo, si los italiano oían hablar de aumento del IVA y de elevación de la edad pensionable, elevaban las barricadas; hoy, hechizados por el ‘savoir-faire’ del banquero de profesión, (pido de nuevo perdón pero no sé resistir) entregados y convencidos que ahora no hay ninguna solución, ponen su trasero esperando de recebir otra paliza. Es el poder de la sugestión. Ante de todo esto, sólo una esperanza me queda: que alguien, antes o después, pueda explicar a la gente la trama y la repugnante trufa cuales todos somos las victimas, a comenzar del Euro, de la especulación y de la deuda pública. Aquel día volveremos a reír y Monti y sus compañeros (este último término no es un caso) recibiran lo que merecen: acabar con el culo al aire como estan todos los italianos ahora.

mercoledì 16 novembre 2011

GOLPE IN ATTO: DOVE SONO TUTTI I MOVIMENTI DI PROTESTA?

Quello che sta accadendo in queste ultime ore in Italia è uno spettacolo agghiacciante: una vera e propria aggressione nei confronti del nostro Paese e delle sue istituzioni, passata incredibilmente sotto silenzio. Ovviamente, non mi meraviglia che i media riescano a far passare per "pacifico" un leone a digiuno da settimane e per "aggressivo" un formichiere a pancia piena; mi sorprende, (anche se forse non dovrebbe), l'assuefazione di tanti, in particolare di quelli che qualche tempo fa hanno invaso le piazze contro la crisi e contro un governo a loro avviso inadeguato. Dove è ora questa gente? Dove sono rinchiusi gli "indignados" di casa nostra, ora che emerge con chiarezza la "strumentalità" della crisi italiana e del nascente "governo tecnico" rispetto a certi interessi? Sembrava che tutte le critiche piovuteci in testa fossero legate esclusivamente alla permanenza in carica di Berlusconi e dei suoi uomini di fiducia; anche lo spread e le borse sembravano esserne influenzate, anzi condizionate. Bene, già da qualche giorno il Cavaliere si è fatto da parte e cosa abbiamo? Le stesse identiche perplessità sulla solvibilità, le borse a picco e lo spread che fa quel che vuole. E allora cosa è questo silenzio? Cosa è questa sorta di reverenza nei  confronti di un nascente governo che non ha mai neanche fatto un manifesto elettorale e, ciò malgrado, fa già capire di voler arrivare a fine legislatura?  Tutti zitti davanti a questo nuovo tipo di governo, espressione non di popolo ma dell'altissima finanza che detta i tempi della crisi, che ha stuprato ogni norma costituzionale in argomento, nonché di fronte ad un Presidente della Repubblica che ha sapientemente e silenziosamente orchestrato tutto ciò, (arrivando persino a fare del prof. Monti un onorevole in tempi davvero record) ? Perché si tace e si sceglie di restare immobili e impassibili proprio ora che bisognerebbe raccogliere le forze e compattare le fila, per dar vita ad unico fronte di lotta contro la speculazione dei grandi gruppi finanziari e i loro uomini di potere e di fiducia? 
Per favore qualcuno mi risponda e lo faccia in fretta. Altrimenti, mi tocca dover pensare che, tanto per cambiare, siamo alle solite e non avevo sbagliato con le conclusioni tratte allora: una manifestazione squisitamente politica, (anzi partitica), buona per far fuori il Cavaliere e della crisi…chi se ne frega! Conclusione che si ripresenta oggi con forza maggiore se si pensa soltanto  che Berlusconi ormai è caduto, la crisi peggiora e non ci sono grosse manifestazioni all’orizzonte. Per la serie: “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.
La situazione, signori miei, è davvero drammatica. Ad essere a rischio non sono soltanto i nostri risparmi ma, in primo luogo, la nostra condizione stessa di individui. E’ il moderno stato “demo- pluto-cratico” che comincia a svelare il suo vero volto: nessuna libertà, nessun diritto, nessuno stato. Tutto e tutti sottostanno al capitale e alle sue fluttuazioni di valore. E’ la profezia poundiana che s’avvera. L'abbiamo detto tante volte senza che nessuno ci ascoltasse. Speriamo che, stavolta, possa essere finalmente la sveglia per quest’Italia, passata dall’essere “una repubblica democratica fondata sul lavoro”, “una repubblica presidenziale fondata sui mercati e sulla speculazione”.Speriamo davvero che sia la volta buona!

Roberto Marzola.

P.S. Intanto che leggete questo articolo, preparatevi alla lista di governo dell’on. Monti. Preparatevi, perché sono pronto a scommettere che ci sarà il nome di qualche banchiere. Ci daremo risposta.

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GOLPE EN ACTO: ¿DONDE ESTàN LOS OTROS MOVIMIENTOS DE PROTESTA?


Lo que está pasando en Italia en estas últimas horas es un espectáculo espantoso: una verdadera agrésion a nuestro País y a sus instituciones, puesta increíblemente a callar. Por cierto, no me maravilla que los medios de comunicación logren en hacer creer ‘pacífico’ un léon en ayunas y ‘agresívo’ un hormiguero con la barriga llena; estoy sorprendido (aunque tal vez debería) por la asuefación de la muchedumbre, en particular de aquellos que hace mucho tiempo habían invadido las plazas contra la crisis y contra un gobierno según ellos inadecuado. ¿Dónde está ahora esta gente? Dónde están emparedados nuestros ‘indignados’, ahora que está emergendo claramente la ‘estrumentalidad’ de la crisis italiana y del naciente gobierno técnico, respecto a ciertos intereses? Parecía que todas las críticas dichas hacia nosotros estuvieran ligadas exclusivamente con la permanencia en el gobierno de Berlusconi y de sus adictos; los títulos y la Bolsa también parecían influenzados, más bien condicionadas. Pues, hace algunos días el ‘cavaliere’ ha cesado ¿y ahora qué tenemos? Las mismas perplexidades sobre la solvencia, las Bolsas a la derrota y los títulos financieros que hacen lo que quieren. ¿Y entonces, qué es este silencio? Qué es este tipo de reverencia por un naciente gobierno que nunca ha echo un manifiesto electoral y, a pesar de esto, ya hacenos comprender que querría llegar hasta el fin de la legisladura? Todos callados enfrente a este nuevo gobierno, expresión que no es del pueblo sino de la altísima financia que dicta los tiempos de la crisis, que ha molestato cada norma constitucional en asunto, así como un Presidente de la República que sabiamente y silenciosamente ha dirigido todo esto (eligiendo como senador el prof. Monti en tiempo de récord)? Porqué se calla y se queda inmobles e impasibles ahora mismo que se necesitaría recoger las fuerzas y de compatarnos, para crear un único frente de lucha contra la especulación de los grupos financieros y de sus adictos (al poder)? Por favor, ¡qué alguien me replique y qué lo haga aprisa! Por contra tendría que pensar que, como al sólito, las cosas siguen siempre de misma manera y que no me había equivocado sobre las conclusiones que había traído entonces: una manifestación esquisitamente política (más bien, de partido), util para destituir el ‘cavaliere’ de la crisis ... ¡qué importa! Esta conclusión se presenta hoy con má fuerza si sólo se piensa que Berlusconi ahora ya ha fracasado, la crisis sigue empeorando y no hay muchas soluciones en vista. Como decir: “pensando mal se hace pecado pero muchas veces se adivina”. La situación, señores y señoras, es de verdad dramática. No están en peligro sólo nuestros ahorros, sino, en primer lugar, nuestra misma condición de individuos. Es el moderno estado ‘demo-pluto-crático’ que empieza a desvelar sus secretos: ninguna libertad, ningún derecho, ningún estado. Todo y todos estamos sometidos al capital y a las flutuaciones de valor. La profecía de Ezra Pound se está realizando. Lo habemos dicho muchas veces sin que nadie nos escuchase. Esperamos que ahora esta Italia se despierte, pasada de ser “una República democrática fundada sobre el trabajo” y devenida “una República presidencial fundada sobre los mercados y la especulación”. ¡Esperamos de verdad qué vaya bién!