BENVENUTI, CHIUNQUE VOI SIATE

Se siete fautori del "politcally correct", se siete convinti che il mondo è davvero quello che vi hanno raccontato, se pensate di avere tutta la verità in tasca, se siete soliti riempirvi la bocca di concetti e categorie "democraticizzanti", sappiate che questo non è luogo adatto a Voi.

Se, invece, siete giunti alla conclusione che questo mondo infame vi prende in giro giorno dopo giorno, se avete finalmente capito che vi hanno riempito la testa di menzogne sin dalla più tenera età, se avete realizzato che il mondo, così come è, è destinato ad un lungo e triste declino, se siete convinti che è giunta l'ora di girare radicalmente pagina , allora siete nel posto giusto.
Troverete documenti,scritti, filmati, foto e quant'altro possa sostenervi in questa santa lotta contro tutti e tutto. Avrete anche la possibilità di scrivere i Vostri commenti, le Vostre impressioni, le Vostre Paure e le Vostre speranze.

Svegliamoci dal torpore perché possa venire una nuova alba, una nuova era!


mercoledì 17 ottobre 2012

NEGAZIONISMO: IL VERO CRIMINE E' CRIMINALIZZARE


"Negazionismo": un termine erroneo e fuorviante, giacché a proposito della Shoah nulla si nega, ma tutto si vuol scoprire, a cominciare dai criteri di ricerca e argomentazione storica.
Una legge che punisca il negazionismo: l'ennesimo odioso reato d'opinione; l'ennesimo provvedimento liberticida, imposto da una lobby non governativa ma assai influente, tanto da riuscire a far trasformare in legge ogni suo capriccio.
Mi sembra la premessa migliore per descrivere il ritorno di fiamma del reato di negazionismo, auspicato da Monti (fonte), dalla Finocchiaro (fonte), da Schifani (fonte) e, naturalmente, dal burattinaio Riccardo Pacifici (fonte). Una richiesta che muove dal sensazionalismo legato all'anniversario della deportazione di Roma, (sulla quale ci sarebbe da dire e a proposito della quale consiglio, giusto per avere un senso generale della questione, di leggere "Noi Fascisti e gli Ebrei", di Giorgio Pisanò); una richiesta che si fa più forte dopo che in Europa si riaffaccia il vento del nazionalismo e la voglia di liberazione da insopportabili domini oscuri, dopo che lo Jobbik e Alba Dorata sono realtà ormai concrete, dopo, insomma, che anche gli ultimi sondaggi in Italia (da prendere sempre con le pinze) attestano Forza Nuova al 6%.
Circostanze strane, sinistre, che mi fanno davvero pensare alla nascita di un'autentica psico-polizia, nonché ad uno stato divenuto sul serio Leviatano. Già, perché se la logica non è anch'essa un reato, imporre un divieto di negare qualcosa significa imporre una verità precostituita per legge, il che è assai ben più illiberale e aberrante di quanto non venga rimproverato ai cd. "regimi totalitari" di ieri, (in primis al Nazismo e al Fascismo), o ai moderni stati fondamentalisti islamici, finiti anch’essi nel mirino delle moderne e “pacifiche” democrazie. Resto, difatti, dell'idea che le opinioni e le teorie scientifiche, (perché anche la storia, in fondo, dovrebbe essere una scienza, non una materia di speculazione politica), debbano essere affrontate con opinioni e teorie scientifiche uguali e contrarie, non con la legge penale. I dati con i dati, i fatti con i fatti, i personaggi con i personaggi, e così via, come il metodo scientifico insegna e pretende.

Penso che porre dei paletti al sapere e alla ricerca riporti l'Europa ed il mondo ad un'epoca ancestrale, quando affermare che la Terra fosse tonda anziché piatta e che fosse quest’ultima a girare attorno al Sole e non viceversa, costava abiure, scomuniche, processi e roghi. Una realtà che non può tornare a trovare spazio nell'epoca dei cd. "costituzionalismi", dove l'individuo è (dovrebbe?) essere davvero libero da contingenze e controlli esterni alla sua auto-coscienza. Un sistema culturale e politico, insomma, che non dovrebbe affatto tollerare che, (come ricordava di recente Fabrizio Fiorini su “Rinascita”), Horst Mahler, Alex Möller, Pedro Varela, Ernst Zündel, Sylvia Stolz, Vincent Reynouard, Gerd Honsik conoscano il carcere per aver scritto libri e saggi capaci di rendere un’immagine dell’Olocausto così come lo conosciamo, o che Robert Faurisson, David Irving, Carlo Mattogno, Claudio Moffa e David Cole finiscano alla sbarra o vengano aggrediti, (come successo, ad esempio, più volte a Robert Faurisson), per aver raccolto informazioni d’archivio, confrontato fatti, numeri e dati e per averli poi trasfusi in dei libri, senza alcun fine ideologico ma solo per amor di verità.

E’ mio fermo proposito rifiutare questa grande ipocrisia, questo evidente stridore tra principi scritti che inneggiano alla libertà e all’importanza del sapere, e le incriminazioni che affliggono chi di quei valori e di quegli ideali ha fatto una bandiera di vita e un fine esistenziale. Voglio dirmi assolutamente contrario al desiderio inquisitorio di questi signori, alla loro tentazione di veder imprigionati tutti i loro avversari, nonché alla logica e al sistema del pensiero unico. Pretendo coerenza, pretendo verità, pretendo moralità e giustizia. Esigo libertà. La libertà di leggere, di studiare, di consultare fonti e archivi, di pervenire alle mie conclusioni e convinzioni motivate e di condividerle, senza che nessuna autorità o istituzione sia lì pronta a censurarmi e a farmi cambiare idea a forza di condanne o, magari, costringendomi a guardare certe immagini e facendomi risultare sgradito ciò che amo fare a suon di ospedali psichiatrici, farmaci e legacci, proprio come avveniva al protagonista di “Arancia Meccanica”. E voglio che questa libertà sia per tutti, allineati e non, omologati e non.

So cosa potrebbero costarmi queste mie parole e queste mie convinzioni, ma non me ne curo. Preferisco seguire l’esempio di quegli uomini e di quelle donne i cui nomi appaiono poche righe sopra. Vorrei unirmi a loro e dare il mio piccolo contributo, per combattere la violenza e l’assurdità del sapere a senso unico. E a loro voglio, infine, dirigere il mio pensiero. A loro che hanno scelto di rischiare tutto perché gli uomini possano essere, in un domani magari non troppo lontano, veramente liberi. Onore!



Roberto Marzola.

1 commento:

  1. La DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL'UOMO, sottoscritta sia dall'Italia che dai paesi membri dell'Unione Europea,
    all'Articolo 19 recita testualmente:

    "Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere"

    A tal proposito e con specifico riguardo al contenuto ed allo "spirito" di tale articolo, proprio con riguardo proprio alle cosidette "leggi della memoria", l’Human Rights Committee (Commissione per i Diritti Umani) delle Nazioni Unite, nella riunione tenuta a Ginevra nei giorni dall’11 al 29 luglio 2011, ha redatto un documento del quale di seguito riporto uno stralcio, corredandolo con il link dove chi desidera può trovare il documento completo:

    (…) “Le leggi che penalizzano l’espressione di opinioni su fatti storici sono incompatibili con gli obblighi che il Patto impone agli Stati membri in relazione al rispetto per la libertà di opinione e di espressione. Il Patto non permette la proibizione pubblica dell’espressione di un’opinione erronea o di una interpretazione inesatta di eventi del passato. Restrizioni al diritto alla libertà di opinione non dovrebbero mai essere imposte e, riguardo alla libertà di espressione esse non dovrebbero oltrepassare ciò che è permesso nel paragrafo 3 o richiesto in base all’articolo 20″.

    Il testo originale integrale, in inglese, è disponibile al seguente indirizzo: http://unipd-centrodirittiumani.it/public/docs/HRC_General_Comment_34

    Il punto che ci interessa è il n. 49 ma l'intero documento, seppur lungo e a volte difficile da interpretare, è una miniera di argomenti contro coloro che mirano a tappare la bocca a chi, sotto ogni profilo (giornalismo, blogs, ricerca storica, ecc.) viene penalizzato dalle cosidette "autorità" nella sua libertà di espressione

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